Le grandi piattaforme per vacanze in affitto da privati, come Airbnb, HomeAway HouseTrip hanno trasformato le nostre abitudini di viaggio. La legislazione italiana in materia di affitti brevi ha dovuto adattarsi a questo nuovo turismo “collaborativo” mantenendo tuttavia regolamentazioni specifiche sia a livello regionale che comunale
Siete proprietari o affittuari e non sapete come affittare la vostra casa, nel rispetto della legge? Bnbsitter ha deciso di tentare di spiegare quali regole si applicano oggi in Italia. Promesso, senza usare incomprensibili termini legali!
Gli affitti brevi si rifanno una certa flessibilità per quanto riguarda obblighi, doveri e condizioni di pagamento, che per le parti che sottoscrivono il contratto. Prima di tutto fa la differenza il motivo del soggiorno. Ovvero qual’è la ragione del soggiorno: svago, studio, salute o altro? In base ad ognuna di queste possibili ragioni, possono essere previste delle regole specifiche. Concentriamoci qui sulla tipologia più comune di affitto breve: quello per motivi turistici.
Due sono i principali modelli di contratto breve per chi non esercita a livello professionale l’attività di affittacamere: il contratto week-end, di solito utilizzato per affitti di pochi giorni, e il contratto casa vacanze, per periodi di soggiorno inferiori a trenta giorni. Nel contratto, oltre alla durata della locazione e all’entità del canone, vanno immesse tutte le dovute specifiche, in particolare quelle che riguardano eventuali spese accessorie e deposito cauzionale. Nessuno di questi due tipi di contratto prevede obblighi particolari di bolli o imposte, a meno che chi affitta non lo eserciti come attività professionale.
E se l’ospite si ferma più di 30 giorni?
Attenzione in questo caso per la formula dell’affitto breve non turistico è necessario stipulare (e registrare con tanto di bollo e raccomandata) un vero e proprio contratto, detto anche contratto di locazione temporaneo o contratto transitorio.
La tassa di soggiorno
Spesso dimenticata, l’imposta di soggiorno varia secondo le direttive comunali, ed è obbligatoria. Per la città di Milano ad esempio è di 2 euro a notte a persona (salvo esenzioni) per un massimo di 14 notti. E’ dovuta da tutti coloro che, non residenti, soggiornano nelle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere presenti sul territorio comunale di Milano. A Roma invece è di 3,50 euro a notte a persona fino ad un massimo di 10 notti. In alcune città Airbnb sta sperimentando un trattenuta diretta della tassa al momento della prenotazione, sembra che presto questo servizio sarà attivato anche per altre città ma per il momento dovremo pazientare ancora un po’.
Qualche raccomandazione
Ecco fatto, ora con queste piccole dritte dovreste poter affittare con tranquillità, ma ricordate che in Italia, ogni regione prevede procedure ad hoc per la gestione degli affitti per cui per non correre rischi, prima di lanciarvi nel meraviglioso mondo dell’accoglienza, contattate il vostro Comune e dormite sogni tranquilli 😉
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